Il treno della memoria. Diario di un giovane viaggiatore del Terzo Millennio. Prima parte
di Damiano Semeraro
Giorno I – 21 gennaio 2023
Eccomi qui, sul treno per Auschwitz… si, lo so che non è l’unico posto che visiterò, ma è lì il centro di tutto il mio viaggio.
Provo a sentirmi come chi, un’ottantina di anni fa, su questo treno non ci è salito per ricordare, ma per vivere un tratto di vita inaspettato e indesiderato … troppe volte l’ultimo.
Non siamo su un treno merci, in un vagone di ferro, di pochi metri, in decine, accatastati, per giorni, al gelo, senza mangiare, senza bere, andare al bagno, in piedi e senza mai vedere la luce del sole… siamo seduti comodamente in un pullman caldo e accogliente, abbiamo da mangiare, da bere, possiamo distrarci e andare al bagno… eppure anche per noi, come per loro, il periodo è lo stesso: siamo a fine Gennaio, anche se di qualche decennio dopo!
Anche noi stamattina abbiamo fatto l’appello e, ad un tratto, mi è venuto sul volto un sorriso amarissimo ma sereno e ho pensato a quanto è buffa la storia dell’uomo: persone diverse, in un’epoca diversa e con destini diversi, ma con la stessa storia da vivere.
Una mia cara amica che mi ha supportato al momento della partenza, abbracciandomi con un messaggio mi ha detto: “Questo è un viaggio per tutti, ma non è da tutti”.
Eh si, questo lo sento dentro. Forse é solo una sensazione, ma, nel mio piccolo, cercherò di vivere al meglio questo viaggio.
È un percorso inconsueto e particolare: uno strano miscuglio di emozioni e stati d’animo ai quali a volte nemmeno credi, un’esplosione di sentimenti spesso contrastanti, ma io sono sereno perché so di avere gli occhi per vedere e le mani per toccare…e vivere!
Una notte di viaggio mi aspetta, ci aspetta, giocherò a trovare l’equilibrio dentro di me, come d’altronde faccio sempre nella mia vita, e quando il sole sarà di nuovo alto … sarò a Berlino.
Tramonta così il mio primo giorno di viaggio mentre inizia una pagina molto “densa” della mia vita.
Mamma, papà, le mie nipoti, la mia famiglia e i miei amici sono con me.
Ho tutti nel cuore!
Giorno II – 22 gennaio 2023
Abbiamo passato il Brennero.
Come per magia, subito tutto mi è sembrato diverso: le strade, le case, le luci.
Da ieri sera non vediamo altro che paesaggi imbiancati dalla neve che fiocca, a stento visibili nel buio della notte.
Abbiamo varcato montagne altissime e alberi imponenti, senza foglie, lunghi rami spogli pieni di neve.
È giorno, abbiamo attraversato l’Austria e siamo in Germania.
Arriviamo a Berlino, la città è bellissima e grigia.
In ostello abbiamo il tempo di riposarci un attimo e prepararci per uscire.
Alle 13:30 inizia una meravigliosa visita di Berlino, con una guida bravissima, Elena.
Facciamo tappa presso i tanti memoriali che ci sono a Berlino, mentre attraversiamo l’imponente viale che collega la Siegessäule all’Alexanderplatz, passando per la Porta di Brandeburgo.
“Ai memoriali si va con rispetto e silenzio, ma non quello che ci chiedono a scuola o nei luoghi pubblici…un silenzio interiore!”
Questo é quanto ci dice Elena, ma in realtà io non riuscirei a concepire modi diversi di entrarci!
Prima il memoriale della Battaglia di Berlino, quello che forse mi è rimasto più impresso, dove due grossi carrarmati fanno da cornice ad un colonnato con sopra incisi, a lettere d’oro, alcuni dei nomi delle vittime e avente anche delle anfore che ne contengono le ceneri; poi il memoriale dei Sinti e dei Rom, quello degli omosessuali e, per ultimo, il grande Memoriale degli Ebrei assassinati d’Europa: 19 mila metri quadri occupati da un labirinto di blocchi di cemento, sempre più alti verso il centro (perché il terreno su cui sorge la piazza é inclinato). Tra questi blocchi ci si perde.
Dentro al memoriale c’é un punto di informazione, dove incontro volti e storie e scopro anche dell’esistenza di un censimento delle persone deportate: solo per leggerlo ci vorrebbero più di sei anni!
Da qui la mia giornata continua in solitaria, mi “perdo” felicemente a Berlino, me la vivo, me la godo, la osservo e la prendo a morsi (anche realmente!).
Un’applicazione consigliatami dalla mia fantastica guida mi fa conoscere un ragazzo palestinese di una gentilezza infinita che mi riporta a casa in taxi.
Giorno III – 23 gennaio 2023
Finalmente, dopo una notte a letto, mi sveglio che non ho più dolori, facciamo colazione e prendiamo il pullman, direzione Ravensbrück, campo di concentramento femminile.
Uno tra i primi ad essere costruito e uno degli ultimi ad essere evacuato, il primo che visitiamo!
Dista non più di un paio d’ore da Berlino, tempo che noi occupiamo con una lettura di Lidia Beccaria Rolfi, tra le prime 14 italiane che arrivarono qui, il 27 Giugno 1944.
Nasce come campo di lavoro per donne ed è affascinante … ma spettrale e orrido: si affaccia sul lato opposto di Fürstenberg, un altro paesino sul lago che diventerà l’ultima dimora di tante deportate.
Questa vicinanza tra il campo e il paesino, una sorta di “convivenza” quasi paradossale, rimarrà per sempre nei ricordi di Lidia … e nella nostra memoria.
Ravensbrück è un campo molto particolare perché non é stato completamente distrutto, solo le baracche in legno non ci sono più.
Qui, la vita civile del bel villaggio abitato dalle sorveglianti era separata, tramite un alto muro, dall’inferno del lager.
Essendo prettamente femminile, vi era addirittura una sala parto e vi lascio immaginare la fine che facevano i neonati. Tra le tantissime cose che Fabio, la nostra guida, ci ha detto, la più pesante da sopportare é stata l’ideazione di un brevetto, concepita proprio qui.
Fu infatti inventato il “sistema tenda“. Il posto più infernale del campo. Una enorme tenda militare (Block 25) in una zona paludosa, che racchiudeva migliaia di prigioniere che venivano lasciate morire per inedia, assideramento, malattia.
Oggi, tra i quattro pali di ferro rimasti, c’é un piccolo memoriale.
Questo campo ti colpisce, ti lascia a bocca aperta ma la cosa che mi tormenta é che…”é solo Ravensbrück”! Che cosa mi aspetta ancora?
Ci raduniamo tutti vicino al memoriale e celebriamo una breve commemorazione, profonda, riflessiva e carica di speranza. È tutto così strano qui!
Consumiamo il nostro pranzo al sacco e ripartiamo per Berlino, dove siamo liberi di visitare il famoso Muro e girare per la cittá.
Stasera invece incontreremo un ragazzo turco che, con un sette-posti, ci porterà al Paulaner, dove concluderemo la nostra giornata con una piacevolissima tipica cena tedesca e saluteremo Berlino!
Giorno IV – 24 gennaio 2023
Abbiamo lasciato quella bella capitale europea che è Berlino, una vera scoperta per me, e dopo aver salutato la Germania siamo entrati in Polonia e dunque a Cracovia!
Ci siamo sistemati in ostello e poi, subito all’appuntamento con la visita teatrale della cittá, guidata da attori eccezionali che ci hanno fatto rivivere realmente la situazione storica del Novecento.
Cracovia è una città molto affascinante, fruibile, pratica, accogliente, molto giovane ma anche molto ricca di bellezze storico-artistiche e regala sorprese inaspettate e tesori nascosti: enormi piazze, chiese suggestive e solenni monumenti.
Siamo andati subito a cambiare moneta, sì, dobbiamo fare i conti con un sistema economico diverso: un euro equivale a quattro Złoty e sessanta grosz circa, ma devi cercare un cambio conveniente!
La città polacca colpisce perché ha uno stile medievale perfettamente riconoscibile, ma ha anche un’atmosfera chiaramente novecentesca, la respiri passeggiando per le grandi strade tra una piazza e l’altra, mentre può capitare che ti sfili una carrozza affianco.
Cracovia è bella senza pretese, è affascinante nella sua semplicità, simile alle città italiane alle quali noi siamo abituati, ma più europea, più tacitamente imponente, forgiata visibilmente dal secolo scorso e dalle vite, più o meno fortunate, dei polacchi non deportati.
Continua …
Le riflessioni sui restanti tre giorni di viaggio verranno pubblicate domenica 29 gennaio
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