IL PENSIERO MEDITERRANEO

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   Tirar fuori le idee: Il Brainstorming

Brainstorming

Brainstorming

di Maurizio Mazzotta

A seguito del discorso sulla fluidità e sui blocchi emotivi vi parlo di un metodo per  favorire la soluzione di un “problema”, che permette anche lo sviluppo della fluidità e a superare i blocchi emotivi.

Il  Brainstorming  (letteralmente: cervelli in tempesta) è un metodo di gruppo per produrre idee che permetteranno la soluzione di problemi di qualsiasi natura. E’ abbastanza diffuso, ma come accade molto distorto nell’uso fino al punto – a volte – di non raggiungere più gli obiettivi  per i quali è stato definito. 

Si svolge in due fasi:

– prima fase  (semaforo verde): ciascun partecipante del gruppo esprime liberamente tutto ciò che gli viene in mente pensando al tema o problema da risolvere, ma può uscire anche fuori tema. Cerca di liberarsi dalle inibizioni e si astiene dai giudizi. Dunque via libera al pensiero;

– seconda (semaforo rosso): si analizzano e si valutano le idee prodotte, eliminando tutte quelle che sono dei “fuori tema” o delle ripetizioni  o comunque idee irrealizzabili.

Si può utilizzare a scuola, in azienda, nelle riunioni di lavoro, anche tra amici; in tutte quelle circostanze in cui è opportuno che ciascuno, prima di discutere e decidere, pensi liberamente sull’argomento o sul problema. Si tratta di favorire un clima disinibente e quindi la produzione di idee, stimolate direttamente dal tema e indirettamente per associazione con le idee espresse dagli altri. Si permette così una produzione estemporanea di materiale cognitivo che sarà successivamente oggetto di discussione, valutazione e elaborazione.

Alcuni esempi: a scuola, in classe, prima di discutere sull’ecologia, oppure prima ancora di dare informazioni sull’argomento, l’insegnante propone  un brainstorming sul tema “Perché oggi l’ecologia”; sempre a scuola, in seduta di consiglio di classe, il preside propone un brainstorming su “Problemi di valutazione della classe”, o ancora “Come affrontare e risolvere il problema dei cellulari in classe”.

In azienda, per esempio, occorre un nuovo sistema di package  per il prodotto; in un’agenzia di pubblicità i “creativi” liberano idee per  “imporre sul mercato il nuovo dentifricio della ditta Y”. Nella sede del sindacato, prima di discutere, tutti “tirano fuori” i “punti da inserire nel nuovo contratto di lavoro”.

Vediamo più analiticamente un esempio di sessione di brainstorming.

Immaginiamo che un gruppo, di lavoro o di formazione, abbia un tema o un problema come quelli degli esempi e che si decida di realizzare un brainstorming in quanto si ha bisogno di un gran numero di idee, oppure si vuole che ciascuno liberi il proprio pensiero. Ci si organizza in questo modo:

A – Preparazione: se il gruppo è numeroso, i partecipanti vengono divisi in sottogruppi  di 10/12 persone, che è la condizione numerica ideale per gli adulti; si stabilisce la durata del brainstorming, dai 10 ai 20 minuti; si sceglie per ogni gruppo un segretario che, oltre a partecipare come gli altri, annoterà su una lavagna (meglio se a fogli mobili) tutto ciò che viene detto e curerà che si rispettino le regole.

B – Brainstorming vero e proprio: è la fase del semaforo verde dominata da queste regole:

1 – differire la critica; non si consentono valutazioni mentre è in corso la seduta del semaforo verde;

2 – esprimere sinteticamente, in pochi secondi, quello che viene in mente, anche se è bizzarro e non è strettamente collegato al tema in oggetto, senza preoccupazioni dunque di contenuto e tantomeno di stile;

3 – guardare la lavagna dove si scrivono le idee perché nella mente di ciascuno possano sorgere per associazione nuove idee. Quindi si è liberi di esprimere più idee, ed è bene farlo. Dato il via, è un fuoco di artificio, un’idea ne genera un’altra, alcune sono assurde, altre, la maggior parte, sensate, altre fanno ridere; intanto tutti, ma proprio tutti finiscono per dire la loro e la lavagna è piena di idee.

C – Pulitura: scaduto il tempo del brainstorming vero e proprio si passa alla fase del semaforo rosso, cioè della valutazione, che si può attuare in sottogruppi o nel gruppo riunito (meglio se in un altro giorno).  Si legge quanto è stato scritto e si compie una prima selezione, si elimina ciò che non è inerente al tema, si classificano le idee salvate.

Quali processi intellettivi vengono messi in moto con questo metodo? Durante il semaforo verde si scioglie la fluidità, quindi il pensiero divergente, ma anche la originalità per associazione con altre idee. Durante la fase del semaforo rosso si utilizzano l’analisi e la valutazione, quindi il pensiero convergente.

Il metodo è stato messo a punto da Alex  Osborn  proprio allo scopo di favorire la produzione di idee nel campo della sua professione di pubblicitario. È stato sperimentato più volte all’università di Buffalo da molti psicologi  e Youtz preparò uno studio teorico per la Creative Education Foundation nel quale precisava le basi psicologiche sulle quali si fonda il metodo. Ecco in sintesi i principi alla base di questo metodo.

– Tutti possono essere creativi. Il brainstorming dà la possibilità a tutti di esprimersi proprio in quanto l’idea deve essere riferita in breve e si è liberi dal timore di sbagliare.

– L’abitudine è un ostacolo quando l’individuo tenta di trovare nuove soluzioni. La fase del “semaforo verde” (la vera innovazione) è un metodo pratico per eliminare i vincoli dell’abitudine in quanto permette nuove combinazioni di idee (per questo è necessario scrivere su una lavagna in modo che tutti possano sempre vedere ciò che si sta producendo e siano favorite così le associazioni).

– Un fattore che rafforza la rigidità del pensiero è la frustrazione. Una frustrazione può derivare da un giudizio. Il principio del giudizio differito, cioè il rimandare a dopo la valutazione di ciò che viene detto, elimina la preoccupazione di essere giudicati, preoccupazione che finirebbe per scoraggiare la partecipazione e lo zampillare di nuove idee. Negli esperimenti sulla validità della variabile “giudizio differito” è stato riscontrato che quando il giudizio è differito si ha un incremento di idee valide di oltre il 70%.

– La quantità origina la qualità. Vari esperimenti hanno rilevato la tendenza all’incremento delle idee valide man mano che aumenta la produzione delle idee. Nel brainstorming la quantità è in rapporto al tempo e al numero dei partecipanti ed è favorita dall’espressione rapida, sincretica, acritica, nonché dalle associazioni. 

Quando Osborn definiva il metodo si era nel clima degli anni Cinquanta, che furono gli anni in cui fiorirono gli studi teorici e sperimentali sulla creatività, e quando uscì il suo “Applied Imagination”  il libro diventò subito un best seller, soprattutto interessò studiosi di grande calibro proprio nel campo della creatività.

La validità, sostenuta dalle indagini sperimentali e nello stesso tempo dai riscontri della pratica, non solo ha permesso l’iniziale successo ma ha sostenuto il metodo per mezzo secolo. L’idea di sostituire, nel momento della produzione di idee, il “giro di idee” (metodo, che ancora si usa, col quale ciascuno ordinatamente dice “la sua”) con una esplosione senza ordine, né capo né coda, addirittura senza preoccuparsi di stare nel tema, senza giudicare, semaforo verde appunto, è veramente divergente, innovativa, funzionale. Un po’ come “l’uovo di Colombo”, che è appunto tipico del pensiero divergente. Si sbaglia se lo si considera un giochetto di prestigio, ma si sbaglia pure, ovviamente, se lo si considera l’unico strumento di produzione creativa. È uno strumento utilissimo tutte le volte in cui si ha bisogno di una grande quantità di idee, quando si punta alla creatività di gruppo, quando si vuole disinibire il pensiero e incrementare la capacità di essere fluidi.

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