Raccoglierò le lacrime di tutte le donne. Di Antonella Pagano
Ho due mani: una pittrice, una scrittrice; e’ cosi’ che esce per la prima volta, l’8 marzo 2013 – per le Edizioni-Grafiche del Parteolla – il poemetto: “Raccoglierò le lacrime di tutte le donne” il mio personalissimo dono in poesia al genere femminile e maschile. Esce in raffinata e limitata edizione, in femminile veste tipografica, carta preziosa e finiture a mano.
“Raccoglierò le lacrime di tutte le donne/ne farò stelle per i firmamenti delle nostre città e dei paesi, calotte di cielo benevolo, coltri bellissime, suggerimenti di vita, abbracci”, comincia così il poemetto racchiuso in uno scrigno la cui copertina reca il volto di una bambina, Olio su tela della serie “Volti parlanti” – ideata e realizzata dalla mia mano pittrice. Il volto, tra crinolina e fiori, è metafora, simbolo del recupero dello sguardo libero, della voce libera, del cuore libero e delle parole libere, insieme alle azioni che germogliano tra le mani da millenni, che da millenni scivolano magicamente dai capelli… mentre tra cielo e terra, tra cieli e culture diverse: bambine, mamme, circensi, suore, prostitute, stuprate, vecchiette, zingare, ergastolane, esule, vedove, pazze, sante, spose, tradite, modelle, brutte, traumatizzate, malate, offese, sfregiate, infibulate, cieche compongono la vita. Le pupille occorre immaginarle, sono volutamente non visibili; in questa assenza affonda l’urgenza di vedere; siamo stati troppo tempo a guardare senza vedere, senza scrutare oltre la superficie, senza leggere il senso profondo della vita e di tutti i doni che essa ha preparato per noi, per ciascuno di noi…potessi raccogliere concretamente le lacrime di tutte le donne!
Avessi questo potere! Sto rischiando d’essere pensata delirante mentre di certo non trattasi di delirio, piuttosto d’una maternità dilatata, espansa che vorrebbe poter fare di più per il genere, non solo quello femminile…. Nell’ultimo verso dico così: “ma…vorrò raccogliere anche le lacrime di tutti gli uomini che han smarrito il senso del genere generante genere e il cesto colmerò di tutti i sorrisi degli uomini e delle donne che s’incontreranno, certo che s’incontreranno, per stringersi le mani ed edificare insieme la casa, la strada, il giardino, la città a misura d’uomo e di donna, di bambina e di bambino, di nonno e di nonna mentre il poeta sta lì a dipingere l’arcobaleno più bello e la pittrice scrive le parole per illustrarci l’alleanza”. La seconda edizione e’ stata speciale per il Congresso che ha visto, in Milano, riunirsi tutte le Associazioni femminili . Infine diventa il cuore del mio libro “Canto’ come dea”. Lo riprogongo in un corpo di scrittura in cui recupero tanta memoria storica al femminile.
Questa volta il poemetto e’ tradotto in ben 10 lingue, le 6 UNESCO e 4 parlate da milioni di esseri umani e in Esperanto, lingua ideale eppure parlata in molta parte del pianeta. Quindi la trasposizione in Braille e l’immissione nel Catalogo dell’Istituto Sant’Alessio in Roma, istituito dalla Regina Margherita, il primo in Italia. Esperanto, Braille, Inglese, Francese, Spagnolo, Cinese, Arabo, Olandese, Russo, Portoghese e Giapponese. “Canto’ come Dea viene assunto come programma dall’UNESCO” per avere colpito ben 2 goal dell’Agenda 2030 dell’ONU.
E’ cosi’ che il mio anelito prende a viaggiare per molti piu’ meridiani e paralleli. Lo scorso anno diviene il canto per la riscrittura delle politiche della Pari Opportunita’ della Regione Marche. Ha anche accompagnato il viaggio in Italia e all’estero de’: “La carta dei diritti della bambina/ragazza presentata e approvata al IX Congresso della Federazione Europea BPW (Business Professional Women) tenutosi a Reykjavik -Islanda- nell’agosto 1997. Avrei voluto pensare che nel corso del tempo divenisse obsoleto ed anacronistico….invece e’ sempre piu’ veritiero e presente alla storia del sangue femminile che quotidianamente viene versato.
Raccoglierò le lacrime di tutte le donne
ne farò stelle per i firmamenti delle nostre città
e dei paesi, calotte di cielo benevolo, coltri bellissime
suggerimenti di vita
abbracci.
Raccoglierò le lacrime di tutte le bambine
campanule, anemoni, iris e giaggioli, margherite
e pratoline d’ambra e smeraldo ne farò
per i giorni fioriti delle contrade della nostra vita.
Raccoglierò le lacrime di tutte le mamme
perle ne farò per collane solidali
dolci di ninna e dolci di nanna.
Raccoglierò le lacrime di tutte le circensi
tavolozze di mille colori e pennelli per colorare abiti
palazzi, strade eppur tutti i pensieri.
Raccoglierò le lacrime di tutte le suore
ricami di preghiere volteggianti come farfalle
nei cieli dei monasteri e dei paeselli.
Raccoglierò le lacrime delle prostitute
mattoncini preziosi per identità di nuova dignità.
Raccoglierò le lacrime di tutte le stuprate
canterò filastrocche e tesserò coperte di corolle
per i sonni sereni.
Raccoglierò le lacrime di tutte le vecchiette
affascinata del loro affascinato sguardo
sul nuovo d’ogni giorno.
Raccoglierò le lacrime di tutte le zingare, dei loro ori,
delle strade, dei carrozzoni, degli organetti
e dei fogliettini della fortuna saturi d’odori e pensieri zigani.
Raccoglierò le lacrime di tutte le ergastolane
han forma d’ali, aquiloni che s’involano oltre le grate
passano per le pareti, van su’ per monti invalicabili
per mari profondi più che non si possa
per le più impervie solitarie impossibili vie
dei pietrosi deserti e dei ghiacciai e degli ingordi flutti
d’un inquieto Pacifico
Raccoglierò le lacrime di tutte le esule che al solo
odor di Patria han gli occhi di giuggiole, che al solo
nome di mamma han pelle d’oca
e all’odore della minestra calda sul desco parco assai
le papille cantano la festa.
Raccoglierò le lacrime di tutte le vedove
che indossano ogni notte l’ abito di nozze e tessono la tela che
le rivedrà allacciate all’amore
che al più bel giardino
sta a coltivar pansè e petali di mille fiori e profumi.
Raccoglierò le lacrime di tutte le pazze,
lacrime di chi ha visto l’oltre
lacrime di marzapane e alchermes
meravigliosamente speziate.
Raccoglierò le lacrime di tutte le sante
mondi trasparenti che s’aprono ad umettare il mondo.
Raccoglierò le lacrime di tutte le spose
gocciole pregne di sogni e d’illusioni
d’attese e parole di tulle e sorrisi.
Raccoglierò le lacrime di tutte le donne tradite
ne farò scrigni d’abbracci, cuscini di piume
per pensieri d’amore, carezze di petali.
Raccoglierò le lacrime di tutte le modelle
della bellezza angelica che passeggia sulla loro pelle
dell’incantesimo dei loro occhi e dell’allure ch’è festa per tutti
luminaria dell’umanità.
Raccoglierò le lacrime di tutte le brutte
del loro cuore di velluto e della poesia della pelle nascosta
e urlante alle stelle,
della pelle che invoca …il raggio!
Raccoglierò le lacrime di tutte le traumatizzate
delle malate, delle offese, delle sfregiate, delle infibulate
e farò scialli tiepidi, avvolgenti, preziosi di perle e camèi.
Raccoglierò le lacrime di tutte le cieche, diamanti
del sentire oltre la superficie, diamanti di senso
e discernimento arguto, diamanti caldi
d’incanto ammaliante e ammaliato
al tatto del bello alla vista negato.
Raccoglierò le lacrime di tutti gli uomini
che han smarrito il senso del genere generante genere
ma
il cesto colmerò di tutti i sorrisi
degli uomini e delle donne
che s’incontreranno
certo che s’incontreranno, per stringersi le mani
ed edificare insieme la casa, la strada, il giardino
la città a misura di uomo e di donna
di bambina e di bambino, di nonno e di nonna
mentre il poeta sta lì a dipingere l’arcobaleno più bello
e la pittrice scrive le parole
per illustrarci l’allean