Mala tempura currunt … sed peiora parantur
di Gianvito Pipitone
Oggettivamente … non è un buon momento quello che sta attraversando il nostro pianeta. Di certo nei paesi ricchi, al di sopra del livello di tranquillità economica, minacce come il covid, la recessione, il buco nell’ozono, i cambiamenti climatici etc, incidono in maniera drammatica sulla qualità della vita, ma (fortunatamente) non mettono ancora a repentaglio nè il sistema (che “tiene” nonostante tutto) nè l’esistenza stessa dell’umanità; seppure la pandemia ci è andata abbastanza vicino.
Almeno non nella stessa misura in cui questo accade per una grande fetta di popolazione un tempo classificata come terzo e quarto mondo… e che dall’inizio della pandemia si è ritrovata ancora più sola e disperata. Un mondo dove, paradosso dei paradossi, uno smartphone è ormai a portata di tutti, ma dove si continua a morire incredibilmente di fame. Leggi Africa, centro e sud America, o tutte le aree depresse del primo mondo dove il terzo mondo è davvero dietro l’angolo.
Allo stesso tempo, il primo mondo fa i conti con le sue idiosincrasie di sempre, con una novità importante da tenere sotto osservazione: se Dio già da qualche centinaio d’anni è morto (fin dai tempi di Friedrich Nietzsche), sembra invece farsi ormai strada l’alba dell’uomo onnipotente, l’ubermensch, l’uomo che finalmente, senza troppi distinguo, si fa Divinità. Concetto peraltro già storicamente travisato dal nazismo, con conseguenze a dir poco catastrofiche.
Un nuovo ritratto dell’uomo pare delinearsi all’orizzonte, qualcosa di già visto ma con qualche peculiarità che è figlia dei nostri tempi: un uomo volto alla ricerca dell’immortalità, dell’infallibilità e del potere manipolatore sopra ogni cosa, che spinge la tecnologia agli estremi, che decide ormai per se stesso e che non si riconosce più all’interno di una comunità, sia essa nazione che classe sociale, un uomo binario e manicheo (“bianco o nero”), alla costante ricerca del tipo di informazione che più gli si confà e che, lasciando da parte, ogni processo razionale torna deliberatamente in una sorta di medioevo dell’anima … ma stavolta tutto nuovo.
In questo nuovo mondo non c’è più Dio ad incutere paura, non ci sono leggi cui dover sottostare, non c’è morale e nemmeno razionalità con cui dover fare i conti.
Nel suo nuovo mondo artificiale, fatto a sua immagine e somiglianza, l’umanità finalmente si sveglia la mattina e si prepara a vivere la sua realtà virtuale nuova di zecca, all’interno dei social… Lì, negli eoni inespressi della realtà simulata, nasce (e muore) la nuova religione dell’uomo che si fa Divinità ad ogni nuova buona occasione.
E’ la nuova alba dell’uomo…che si accontenta di sapere niente, o poco e anzi! meno sa, meglio si aggrada.
Con buona pace di Socrate.
Prepariamoci al peggio!