“Ansiose Geometrie” una silloge di Claudio Zanini
di Serena Rossi
E come tale il titolo cita Ansiose così mi sono apprestata a leggere la nuova silloge del poeta Claudio Zanini, affannata come sempre dal vivere moderno.
Appena iniziato il viaggio ho dovuto cambiare registro, la modalità è tenue, la luce accennata e la penna disegna magnifiche visioni, appena suggerite.
Mi sovviene la sensazione della malinconia per un tempo andato, la gentilezza, la meraviglia della “forma” intesa come ricettacolo di cose belle e buone.
Il pretesto della geometria dà avvio ad un discorso gentile di gusto stilnovista, la gentilezza d’animo e la leggerezza delle intuizioni che via via si susseguono conducono il lettore in momenti di magico splendore, sempre contenuto.
Questa lettura riporta alla Al cor gentil rempaira sempre amore considerata il manifesto dello Stilnovismo, di Guido Guinizzelli.
Il tema centrale della canzone è quello della vera nobiltà, ossia la nobiltà d’animo, detta gentilezza, contrapposta alla nobiltà di sangue.
Invece per Emily Dickinson la gentilezza può avere un effetto di conversione, una forza generante e luminosa.
Da attenzioni così discrete, / un fiore, un libro, /sono piantati semi di sorrisi/ che prendono vita nel buio
Zanini parla di mare, di stelle, di eclissi, e toccando il profondo ci accarezza lievemente con questo testo che scorre come un’onda leggera sull’arenile, una ventata di chiarezza e freschezza mascherate dalla difficoltà delle geometrie che non sono ansiose ma gentili, sono spazi in cui fondersi e ritrovarsi.