Ildegarda di Bingen, dottore della chiesa Universale, donna moderna nell’anno 1000, fu antesignana delle odierne evidenze scientifiche
di Elena Tempestini
In quale modo Ildegarda di Bingen contemplava il mondo in cui si muoveva? In maniera analogica. Il legame analogico tra l’uomo/microcosmo e l’universo/macrocosmo, sostenuto sin dall’antichità, ha formato nel corso dei secoli la base di numerosi saperi, tra cui la teologia, l’astrologia, la politica, la medicina, la scienza e la fisica. Per gli antichi greci l’universo era un ente vivente analogo all’uomo che ne faceva parte e come tale si componeva di anima e corpo. Curiosamente è lo stesso modello che ci rivela oggi la fisica quantistica, la teoria delle stringhe e la teoria matematica dei frattali: praticamente un granello di sabbia contiene l’universo, l’atomo è una rappresentazione del sistema solare, il nostro corpo è composto degli stessi atomi del sole, delle stelle, delle galassie, contiene dei buchi neri e conserva i detriti della nascita dell’universo. Non solo, nel nostro corpo sono scritti gli archivi della storia passata, ma Ildegarda ci parla anche del futuro, invitandoci a prendere cura tanto del nostro corpo quanto della nostra anima. In natura, troviamo i rimedi per potenziare l’energia vitale del corpo, nella musica, nella danza, nella contemplazione nutriamo il nostro Spirito. Questa attenzione alla nostra totalità è doverosa, oggi più che mai, per ricordarci che siamo al mondo per celebrare la bellezza, l’intelligenza, l’amore che abbiamo accumulato nei millenni della storia umana, non di certo per evocare la parte più arretrata, inconsapevole e avida del genere umano. Oggi, siamo ad un bivio epocale nel quale dobbiamo ricordare ciò che siamo e non diventare cibo di “un buco della memoria e della conoscenza”. Ildegarda è vissuta in un millennio attraversato da scismi, guerre, ideologie, epidemie. E se siamo oggi qui, lo dobbiamo alla vitalità, alla fede nella Vita, al coraggio dei nostri antenati, alla vitalità dell’universo che sempre si rigenera e si espande: ma sopratutto ha memoria. Come la scienza odierna in questi ultimi due anni ha dimostrato, grazie all’INFN, Istituto di Fisica Nucleare Italiano, c’è una rete cosmica, un web cosmico composto da infiniti filamenti che permeano gli spazi intergalattici, collegando le strutture più dense dell’universo e formando l’infrastruttura cosmica in cui nascono e si evolvono, nel corso di miliardi di anni, galassie, stelle, pianeti. Dall’altra, ci sono le reti filamentose di neuroni che costituiscono il cervello umano, in grado di ricevere, elaborare e trasmettere impulsi nervosi, e dare luogo alle complesse funzioni cognitive della mente.
Oggi più che mai l’attualità del pensiero di Ildegarda di Bingen, vissuta più di 1000 anni fa, è sotto gli occhi di tutti. I suoi concetti, le sue regole di vita sono state riscoperte in questo momento epocale, nel quale l’essere umano si trova davanti a un nuovo modo di leggere la vita dentro il suo ambiente.
«Luce del suo popolo e del suo tempo»: con queste parole Giovanni Paolo II, definì Ildegarda di Bingen nel 1979, in occasione degli 800 anni dalla morte della Mistica Tedesca. La sua autorevolezza supera decisamente i confini di un’epoca e di una società e, nonostante la distanza cronologica e culturale, il suo pensiero si manifesta di perenne attualità in tutte le Scienze e le Arti da lei penetrate. Il linguaggio di Ildegarda è caratterizzato da uno stile originale ed efficace, ricorre volentieri ad espressioni poetiche dalla forte carica simbolica, con folgoranti intuizioni, incisive analogie e suggestive metafore.
“Iddio ha sistemato tutte le cose del mondo in considerazione di tutto il resto. Tutto ciò che è nei cieli, sulla Terra, e sotto la Terra, è compenetrato di interconnessione, è compenetrato con l’essenza del reciproco rapporto”.
L’uomo, secondo la cosmologia di Ildegarda, racchiude tutti gli elementi del mondo, perché l’universo intero si riassume in lui, che è formato della materia stessa della creazione. Perciò egli può in modo consapevole entrare in rapporto con lo Spirito, l’energia: e dove essa c’è, si trova la libertà. Ciò accade non per una visione diretta, ma, seguendo la celebre espressione, «come in uno specchio» L’immagine divina nell’uomo consiste nella sua razionalità, strutturata in intelletto e volontà. Grazie all’intelletto l’uomo è capace di distinguere il bene e il male, grazie alla volontà egli è spinto all’azione.
Se possiamo pensare che fosse un millennio buio nel quale una donna non aveva diritto di parola, allora non ha mai letto la storia di Ildegarda. Essa era colei che scriveva ai papi, dialogava con i grandi della terra e predicava nelle cattedrali.
Quando un tempo le Scienze e le Arti non erano divise, ma avevano un linguaggio comunicativo tra di esse. quando lo scienziato, il filosofo e il poeta si comprendevano a vicenda c’era cibo di vita l’uno per gli altri.
Ildegarda di Bingen, donna Medico, erborista, teologa, compositrice e musicista, per l’esattezza fu la prima donna a comporre musica, i quali spartiti non sono andati persi, ancora oggi sono suonate e ascoltate. Per Ildegarda la musica è sinfonia dell’anima, con la sua danza-canto chiamata “ Ordo Virtutum”. Ildegarda, usa il movimento del corpo come guarigione per le persone cadute nel disordine interno: nessun altro mezzo è in grado di riportare l’armonia interiore come il movimento, la danza che unisce le connessioni con le forze vitali.
Ildegarda fu spronata da Bernardo di Chiaravalle e autorizzata da Papà Eugenio III, nel 1147, a scrivere e parlare in pubblico. Rispettata e ossequiata, le venivano poste domande alle quali dava risposte sempre riferite all’autorità dell’energia, della “Luce vivente”. Le parole di Ildegarda avevano un’acuta capacità di discernimento e una grande sicurezza, dono della profezia e della veggenza che fu la caratteristica che più contribuì a far crescere la sua fama di santità.
“Tutto ciò che imparo e vedo in visione, rimane per lungo tempo nella mia memoria, così che ricordo ciò che ho visto e udito una volta. Contemporaneamente vedo, ascolto e comprendo, e quasi simultaneamente imparo ciò che comprendo”.
A distanza di ottocento anni è divenuta Dottore della chiesa universale.
Professa dell’ordine di San Benedetto,
è proclamata Dottore della Chiesa universale. BENEDETTO PP. XVI
In Ildegarda risultano espressi i più nobili valori della femminilità: la presenza della donna nella Chiesa e nella società viene illuminata dalla sua figura.
In una lettera a San Bernardo scrisse: “Io sono un essere senza istruzione, e non so nulla delle cose del mondo esteriore, ma è interiormente nella mia anima che sono istruita.”
Ildegarda è la viridita’ del Mondo: è il vigore, la freschezza e la vivacità: la VIRIDIIS che indica il colore verde e tutto ciò che ad esso è idealmente collegato in termini di: crescita vitale, forza e vigore. Viriditas per Ildegarda è la rappresentazione reale di una energia interna all’essere vivente che viene percepita come una musica inaudita che muove ogni piuma al vento e danza con la fiducia di Dio per essere germoglio.
Ildegarda è la dimensione terrestre nella quale viviamo, nella sua essenza più autentica, attraverso il suo linguaggio ci permette di osservare fuori di noi ciò che nasce al nostro interno. All’uomo dotato di ragione è affidata la responsabilità del creato.
L’uomo non è isolato, ma relazionato ad altri uomini composti da maschi e femmine. Non è al mondo per la sua propria volontà, bensì ha un compito, una missione da portare avanti.
Secoli che Ildegarda di Bingen occupa un posto di primo piano nel concetto di interpretazione del processo di creazione.
“ tutta la creazione è una sinfonia di giubilo e di gioia” e per esprimerlo nel reale, essa disegna una miniatura di nove cerchi e li fa corrispondere con i nove cori angelici: Angeli, Arcangeli, Virtù, Potestà, Principati, Dominazioni, Troni, Cherubini e Serafini: “Tutti inneggiavano al dono divino della creazione”. L’immaginazione è la forma di pensiero, che non segue regole ma elabora in modo del tutto libero un’esperienza sensoriale. L’immaginazione diviene la via per concepire e rendere reale un mondo inconoscibile. Ildegarda ci tramanda l’esempio di trasposizione di vere e proprie immagini interiori, da immagine, disegno alla parola. È colei che riceve il comando interiore di esternare le sue visioni perché tutti gli esseri umani possano goderne. Le sue visioni erano immagini dell’anima che venivano accuratamente riprodotte in ricchissimi disegni Miniati, L’arte in tutte le sue forme, diviene il passaggio per aprire la porta su un mondo mistico che accompagna verso il sé interiore. Ildegarda è consapevole e cosciente delle sue visioni, le sa che non sono frutto di sogni o di estasi, lo descrive nelle sue parole: “conoscere la forma, non più di quanto si possa guardare direttamente la sfera del sole”.
Conoscere la forma è l’interpretazione della lingua ignota, dell’alfabeto segreto nel quale non c’è la parola umana ma l’immagine come potenziale di espressione di una luce non terrena ma destinata agli uomini. Ildegarda è una messaggera della forza cosmica, delle forze divine che sono trasmesse all’uomo. Ildegarda ha rivoluzionato la visione del mondo e del suo tempo precorrendo e anticipando un caos moderno ma trasmettendoci la possibilità di una guarigione attraverso un processo globale che avviene su più livelli. Questo processo è già presente dentro ogni essere umano alla nascita, ma sarà attivo solo se fluirà consapevolmente dentro la natura alla quale appartiene. Ildegarda vede l’invisibile nel visibile, e lo rende reale attraverso la sua persona e i suoi atti. Gli “invisibili segreti dell’eterno”, un messaggero che trasforma da pensiero ad immagini per la mente umana, il fiume della vita.
È il percorso che unisce l’arte creativa, l’artista che crea con L’Archetipo che genera. Le tre forze cosmologiche che si equilibrano e danno espressione al trionfo dei colori: il nero, il bianco il giallo, il grigio, l’azzurro, il rosso, il verde, l’oro quali codici e simboli del significato del linguaggio universale che comunica la molteplicità delle realtà percepibili per l’essere umano. Un sapere profetico che nasce, fiorisce e declina in una eterna circolarità che prende energia e forza dai “messaggeri” che in ogni secolo sono venuti e vengono a piantare i semi futuri.