Ali spezzate di Lidia Caputo ai bimbi ucraini vittime dei massacri
Ali spezzate di rondinini
sui prati inceneriti di Bucha,
allucinato sguardo del meriggio
sui resti di fragili creature
dolcemente cullate
dalle madri sul petto
squassato dal pianto.
Dai cingoli di un carro armato
divelto e schiacciato,
geme il bulbo di un narciso:
mai più schiuderò
i miei tepali di pura luce
intorno alla corolla
come sole sfavillante,
mai più ebbri del mio
vivo profumo,
volteggeranno i bimbi
sui declivi un tempo ridenti
ora profanati
da orridi draghi.
Lidia Caputo, laureata cum laude sia in Lettere Classiche (21/06/1977) che in Lingue e Letterature Straniere (26/03/1980) presso l’Università degli Studi di Lecce, è stata titolare fino al 30 settembre 2017 della cattedra di ruolo di Materie Letterarie e Latino presso il Liceo Scientifico Statale Banzi Bazoli di Lecce. Nel 2010 ha conseguito il Dottorato in “Etica e Antropologia. Storia e Fondazione” presso il medesimo Ateneo, discutendo brillantemente una tesi dal titolo Coscienza e Intersoggettività nella Fenomenologia di Edmund Husserl. Collabora con le cattedre di Filosofia Morale e di Filosofia Teoretica del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi del Salento. Tra le sue pubblicazioni, Il Mito e la donna in Bertolt Brecht e Cesare Pavese, La Mongolfiera, Cosenza (2001); Gerusalemme – il giardino di Miriam e Salman, La Mongolfiera, Cosenza (2003); 2° edizione riveduta e corretta, La Mongolfiera (2015); Coscienza e intersoggettività nella fenomenologia di Edmund Husserl, Pensa Multimedia, Lecce (2012), Come fanciulla di Lidia Caputo (2021)