IL PENSIERO MEDITERRANEO

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L’eredità preziosa di Renata Fonte

Renata-Fonte

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Di Maria Celeste Agrimi

Renata Fonte

“L’eredità preziosa di Renata Fonte: Il Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio – Torre Uluzzo e Palude del Capitano”

Chiunque voglia visitare il Salento, avrà sicuramente sentito parlare di un “porto un po’ selvaggio”.

Il Parco naturale regionale Porto Selvaggio è un’area protetta del comune di Nardò in provincia di Lecce, istituito con la legge regionale del 15 marzo 2006. L’anno seguente, è stato inserito nell’elenco dei “100 luoghi da salvare” dal FAI.

Porto Selvaggio

Inoltre, comprende la zona di Porto Selvaggio, Torre Uluzzo e la palude del Capitano. Il parco è costituito da oltre 1000 ettari di terreno tutto da scoprire. Luogo incantato con al centro la piccola spiaggia di ghiaia e ciottoli bagnata dal mare cristallino, è una delle mete preferite dai turisti che desiderano immergersi nella natura incontaminata e storia antica senza rinunciare alle comodità e al buon cibo.

Al tratto di costa ionica rocciosa e frastagliata fanno da cornice pinete e la caratteristica vegetazione della macchia mediterranea. Agli amanti della flora non sfuggirà, infatti, di osservare le varie specie di orchidee disseminate lungo il cammino.

Cenni Storici: se c’è un personaggio che sintetizza e rappresenta il Salento nella sua complessità – rapporto con il bosco, per il personale sacrificio, l’estremo atto d’amore verso la sua terra – è senz’altro Renata Fonte, cittadina neretina, oggi riconosciuta come vittima della mafia. Questa donna il 31 marzo 1984 venne uccisa perché decisa ad opporsi alla lottizzazione di una vasta area ricadente all’interno di un complesso boschivo litoraneo, nel luogo dove oggi sorge finalmente il Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio – Torre Uluzzo e Palude del Capitano.

Porto Selvaggio

Donna, martire dell’antimafia, impegnata attivamente in politica prima come consigliere poi come assessore nelle liste del P.R.I., muore per difendere un’ampia zona naturale dalla logica della speculazione edilizia, dalle logiche mafiose, dall’egoismo individuale sul bene pubblico.

Il Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio – Torre Uluzzo e Palude del Capitanonasce dall’impegno diretto dello Stato che negli anni 50 svolge la sua attività di recupero e valorizzazione di grandi aree brulle e improduttive dando loro nuove funzioni produttive e sociali. Negli anni a seguire tornarono nuovi appetiti su quelle aree boscate che con lo sviluppo economico e del turismo ora si presentavano di grande valore economico.

La nascita di un “Comitato per la salvaguardia del Parco di Porto Selvaggio” e la mobilitazione cittadina spingono la Regione Puglia ad emanare nel 1980 una prima legge di salvaguardia. La morte di Renata Fonte pose fine ai tentativi di speculazione nel Parco.

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