14 Febbraio San Valentino: alle origini della giornata degli innamorati
Di Pompeo Maritati
Oggi 14 febbraio ricorre la giornata degli innamorati. La festa più “dolce” dell’anno, non per il palato, ma per il “Cuore”. Una giornata in cui sono di rigore i “pensierini d’amore” che con meticolosità vengono già preparati alcuni giorni prima. Si è sempre alla ricerca dell’originalità, il desiderio di far colpo con la propria bella per dimostrare l’intensità dei propri sentimenti. Qualcuno ha definito questa una festa per giovani, cosa che ho sempre trovato di cattivo gusto. Si può amare in ogni stagione della vita, non è l’età che ne detta i canoni.
Si può continuare ad amare la propria bella anche se con lei si sono vissuti anche 50 anni insieme. O ricominciare a sentire il cuore battere a 100 all’ora anche a 70 anni. Come ebbi modo di dire ad un mio caro amico, non dire mai che l’Amore è sopito, forse si sarà addormentato, ma è sempre lì in agguato, pronto a risvegliarsi non appena sente il ticchettio di un altro cuore.
Aldilà degli aspetti romantici legati a questa giornata, vorrei andare a ritroso nel tempo per conoscere quando nasce questa tradizione e come. Un salto nel passato, nella nostra storia, nelle origini delle nostre belle tradizioni che continuano a scandire il tempo che passa.
Sulla figura di San Valentino le informazioni che abbiamo non sono del tutto acclarate.
Sono esistiti molti Santi di nome Valentino, e, a parte il fatto che tutti furono martiri, non si sa molto di loro. Due sono i più noti. Il primo, nato a Interamna (oggi Terni) nel 176, proteggeva gli innamorati, li guidava verso il matrimonio e li incoraggiava a mettere al mondo dei figli.
Il secondo, invece sarebbe morto a Roma il 14 febbraio del 274, decapitato. Per alcune fonti sarebbe lo stesso vescovo di Terni. Per altri, tesi più plausibile, sarebbe un altro martire cristiano. Per altri ancora, non sarebbe mai esistito.
Ad ogni modo, si racconta che Valentino sarebbe stato giustiziato perché aveva celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia e il legionario romano Sabino, che invece era pagano. La cerimonia avvenne in fretta, perché la giovane era malata. E i due sposi morirono, insieme, proprio mentre Valentino li benediceva. A chiudere il cerchio della tragedia sarebbe poi intervenuto il martirio del celebrante.
In realtà il merito moderno di aver consacrato San Valentino come santo patrono dell’amore è da ascrivere a Geoffrey Chaucer, l’autore dei Racconti di Canterbury che alla fine del ‘300 scrisse – in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia – The Parliament of Fowls, (Il Parlamento degli Uccelli) un poema in 700 versi che associa Cupido a San Valentino. Che così divenne il tramite ultraterreno della dimensione dell’Amore cortese.
Succintamente questa è la storia di San Valentino, una storia triste, che trova non poche altre successive circostanze storiche dove i due amanti alla follia trovano la morte insieme. Per certi versi è straordinariamente bello constatare come il sentimento d’amore che scoppia tra una coppia a volte riesce ad essere più forte della propria vita. Sarà perché sono rimasto profondamente un romanticone che queste storie m’attraggono.
Non mi resta che augurare a tutti coloro che hanno nel cuore un AMORE di trascorrere una stupenda e indimenticabile giornata d’AMORE.