La rinascita del borgo rurale di Viboldone, frazione di San Giuliano Milanese
di Paolo Rausa
“Viboldone prepara la sua rinascita. Martedì 31 maggio se ne parla in Sala Consiliare. Il Comune di San Giuliano e il recupero della Corte Grande in attesa del finanziamento pubblico.”
In un articolo del 28/05/2016 veniva espresso dalla Associazione per la Salvaguardia e la Valorizzazione di Viboldone il desiderio e l’auspicio del tanto atteso recupero del borgo rurale. Si riassumevano i fatti salienti per sommi capi.
Con una delibera di giunta del 28 ottobre 2014, l’Amministrazione Comunale di San Giuliano aveva avviato l’iter di recupero e di gestione della Corte Grande, un edificio importante del nucleo rurale di Viboldone, che traguarda ‘a cannocchiale’ la facciata della celebre Abbazia degli Umiliati del XIII secolo.
Ne erano passati di anni da quel lontano 1990, – si scriveva – da quando il Consiglio Comunale aveva approvato in fretta e furia una adozione di piano regolatore per ‘salvaguardare’ le mire espansionistiche edilizie dall’imminente approvazione del Parco Agricolo Sud Milano. In questa adozione erano previsti anche gli abbattimenti del borgo rurale di Viboldone, privato della tutela monumentale, limitato alla solo Abbazia.
La reazione dei cittadini aveva dissuaso i piani di recupero e coinvolto diversi progetti di architetti famosi, fra cui quello di Cesare Macchi Cassia e Luca Bergo. L’Associazione per la Salvaguardia e Valorizzazione di Viboldone, quella degli Amici dell’Abbazia, le suore benedettine, ospiti del convento annesso all’Abbazia, e poi la stessa Soprintendenza e il Ministero dei Beni Culturali e Monumentali avevano visto in questi tentativi la possibilità di mutare la natura dei luoghi, senza rispettarne l’essenza, il genius loci appunto.
Intanto il Comune con il coinvolgimento della facoltà di Architettura dell’Università di Milano e diverse società private, ICARE, Consorzio Cooperative SIS, aveva assunto e fatto proprio il progetto e partecipato al bando europeo per l’importo di 2 milioni di euro. Di tutto questo se ne sarebbe parlato nell’incontro di martedì successivo 31 maggio in sala consiliare.
Sappiamo che poi il progetto non venne finanziato e non più ripreso.
Sono trascorsi quasi 6 anni nell’attesa del miracolo, di chi deve compiere il primo passo: la proprietà? il Comune? Il Parco Agricolo Sud Milano? La Città metropolitana di Milano? Regione Lombardia? Tutti, noi pensiamo, ognuno con le proprie competenze. Se anche il Comune non era nelle possibilità di intervenire e di partecipare al bando della Regione che stanzia 20 milioni di euro per il recupero di borghi storici, è anche vero che nulla nel frattempo è stato preparato all’occorrenza, per partecipare ai finanziamenti che sono stati previsti dal PNNR attraverso il Ministero della Cultura. Sono 380 milioni di €, di cui 30,6 riservati a Regione Lombardia.
Quello che si chiede è che il Comune e la proprietà riannodino i rapporti e si interroghino sulle modalità per recuperare il vecchio borgo, sempre se ne sono convinti, se lo ritengono un bene culturale e storico da preservare come corona intorno alla preziosa abbazia del XIII secolo.
San Giuliano Milanese, 25/01/2022