L’astensionismo elettorale è un fenomeno complesso e multidimensionale
di Pompeo Maritati
L’astensionismo elettorale è un fenomeno complesso e multidimensionale che ha visto una crescita costante negli ultimi decenni in molte democrazie occidentali. Le ragioni che spingono gran parte dell’elettorato a non andare al voto oggi sono molteplici e riflettono una serie di fattori socio-economici, politici e culturali. Tuttavia, la motivazione di base che emerge con maggiore forza è il degrado etico della politica. Questa disillusione etica ha radici profonde e si manifesta in diversi modi, influenzando il comportamento elettorale di milioni di persone.
Uno dei principali motivi è la crescente disillusione verso la politica e i politici. Molti cittadini percepiscono che i politici non rappresentano realmente i loro interessi e che, una volta eletti, tendono a perseguire obiettivi personali o di partito piuttosto che il bene comune. Questo senso di sfiducia è alimentato da scandali politici, corruzione e una percepita mancanza di trasparenza e integrità nel processo politico. Gli scandali di corruzione, che coinvolgono spesso figure di spicco, minano la fiducia nelle istituzioni e creano un sentimento di cinismo tra gli elettori. La percezione diffusa è che i politici siano più interessati al proprio tornaconto che a servire i cittadini, portando molti a ritenere inutile partecipare al voto.
Un altro fattore significativo è la percezione di inefficacia del proprio voto. In un sistema elettorale dove i risultati sono spesso percepiti come predefiniti, molti elettori ritengono che il loro singolo voto non faccia alcuna differenza. Questa sensazione di impotenza è particolarmente forte in sistemi maggioritari, dove la vittoria è determinata dalla maggioranza e i voti delle minoranze possono sembrare inutili. Anche in sistemi proporzionali, dove teoricamente ogni voto conta, la frammentazione politica e la formazione di coalizioni post-elettorali possono far percepire agli elettori che le loro scelte non si traducono in un reale cambiamento.
Le dinamiche di polarizzazione politica possono contribuire all’astensionismo. In contesti fortemente polarizzati, gli elettori moderati o indecisi possono sentirsi alienati da entrambe le principali opzioni politiche, percependo che nessuna delle due rappresenta adeguatamente le loro posizioni o valori. Questa mancanza di una rappresentanza credibile può portare all’astensione come forma di protesta o di disinteresse. Inoltre, la retorica polarizzante e le campagne negative, che spesso si concentrano più sugli attacchi personali che sui programmi politici, possono disgustare ulteriormente gli elettori, spingendoli a distaccarsi completamente dal processo politico.
La dimensione socio-economica gioca anch’essa un ruolo cruciale. Gli elettori con livelli di istruzione più bassi o con condizioni economiche precarie tendono ad astenersi di più. Questi gruppi possono sentirsi meno informati sui processi politici o meno capaci di influenzarli. La mancanza di fiducia nelle istituzioni, che spesso caratterizza i gruppi socialmente ed economicamente svantaggiati, contribuisce ulteriormente alla loro alienazione politica. Quando le persone sentono che il sistema è strutturato contro di loro, possono decidere di non partecipare come forma di rifiuto del sistema stesso.
La tecnologia e l’evoluzione dei media hanno un impatto significativo sul comportamento elettorale. La proliferazione di informazioni online, spesso contraddittorie o false, può creare confusione e disillusione. Inoltre, i social media possono esacerbare il senso di polarizzazione e frammentazione, rendendo difficile per gli elettori trovare fonti di informazione affidabili ed equilibrate. Le notizie false e la disinformazione possono distorcere la percezione della realtà politica, alimentando ulteriormente la sfiducia e il cinismo. La sovrabbondanza di informazioni online, possono isolare gli elettori in comunità omogenee, dove le loro opinioni non vengono sfidate, ma rafforzate, portando a una maggiore polarizzazione e disillusione.
Anche la cultura politica di un paese influisce sui tassi di partecipazione elettorale. In paesi dove la partecipazione politica è vista come un dovere civico, i tassi di affluenza sono generalmente più alti. Al contrario, in contesti dove il voto è percepito come un’opzione piuttosto che un obbligo, l’astensionismo tende ad essere più diffuso. La cultura politica è influenzata da fattori storici, educativi e sociali che determinano il livello di partecipazione dei cittadini. In molte democrazie occidentali, l’individualismo crescente e la riduzione del senso di comunità hanno contribuito a un calo della partecipazione civica, compresa quella elettorale.
Le riforme elettorali possono influenzare la partecipazione. Ad esempio, l’introduzione del voto elettronico o per corrispondenza può facilitare la partecipazione di quegli elettori che hanno difficoltà a recarsi ai seggi. Tuttavia, queste soluzioni non affrontano necessariamente le cause profonde della disillusione politica. La semplificazione del processo di voto è importante, ma non sufficiente per risolvere il problema del disinteresse e della sfiducia. Perché le riforme abbiano un impatto significativo, devono essere accompagnate da misure che aumentino la trasparenza, l’integrità e la responsabilità del sistema politico.
Infine, le dinamiche globali e locali possono interagire in modi complessi per influenzare l’astensionismo. Eventi globali come crisi economiche, cambiamenti climatici e pandemie possono alterare le priorità degli elettori e la loro percezione dell’importanza del voto. Allo stesso modo, questioni locali specifiche, come controversie su progetti infrastrutturali o questioni di giustizia sociale, possono mobilitare o demotivare segmenti particolari dell’elettorato. In periodi di crisi, la capacità delle istituzioni di rispondere efficacemente alle preoccupazioni dei cittadini diventa cruciale per mantenere la fiducia nel sistema politico. La gestione inefficace o corrotta di tali crisi può rafforzare il sentimento di alienazione e disillusione.
In sintesi, le motivazioni che oggi spingono gran parte dell’elettorato a non andare al voto sono il risultato di una combinazione di sfiducia nella politica e nei politici, percezione di inefficacia del proprio voto, polarizzazione politica, fattori socio-economici, impatto della tecnologia e dei media, cultura politica e dinamiche globali e locali. Tuttavia, il degrado etico della politica emerge come la motivazione di base più significativa. La percezione diffusa che i politici siano corrotti, disonesti e più interessati ai propri interessi personali che al bene comune è il principale fattore che alimenta la disillusione e il disinteresse elettorale. Comprendere queste motivazioni è essenziale per affrontare il problema dell’astensionismo e per rafforzare la partecipazione democratica. Per ricostruire la fiducia nelle istituzioni, è fondamentale promuovere una maggiore trasparenza, responsabilità e integrità nella politica. Solo affrontando il degrado etico e ristabilendo un senso di fiducia tra i cittadini e i loro rappresentanti si potrà sperare di invertire la tendenza crescente dell’astensionismo e rafforzare la partecipazione democratica. Solo che al momento non intravedo elementi significativi che facciano sperare in una inversione di tendenza.