Cosa sarebbe successo se gli Stati Uniti non fossero entrati in guerra nel secondo conflitto mondiale?
di Stefano Salierni
Vorrei ipotizzare con voi cosa sarebbe successo se gli Stati Uniti non fossero entrati in guerra nel secondo conflitto mondiale. Come sarebbe cambiata la storia? Quali conseguenze avrebbe avuto sul mondo di oggi? Questo è un esercizio di fantasia, basato su alcune fonti storiche e su molta immaginazione. Non voglio offendere nessuno né minimizzare le sofferenze di chi ha vissuto quel periodo. Spero che vi piaccia questo post e che vi faccia riflettere.
Partiamo dal presupposto che gli Stati Uniti, dopo l’attacco di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941, decidono di non dichiarare guerra al Giappone né alla Germania nazista, ma di rimanere neutrali e isolazionisti. Questa scelta avrebbe avuto delle ripercussioni enormi sul corso della guerra, sia in Europa che in Asia.
In Europa, la Germania avrebbe potuto concentrare le sue forze sul fronte orientale, dove combatteva contro l’Unione Sovietica. Senza l’apporto americano, i sovietici avrebbero avuto più difficoltà a resistere all’avanzata tedesca, soprattutto nel 1942 e nel 1943. Forse non ci sarebbe stata la battaglia di Stalingrado, che segnò una svolta decisiva nella guerra. Forse i tedeschi sarebbero riusciti a raggiungere Mosca e a costringere Stalin a negoziare una pace separata. In questo caso, la Germania avrebbe dominato l’Europa continentale, mentre la Gran Bretagna sarebbe rimasta isolata e sotto il costante bombardamento della Luftwaffe.
In Asia, il Giappone avrebbe potuto espandere il suo impero coloniale senza incontrare una forte opposizione da parte degli Stati Uniti. Forse avrebbe invaso l’India, l’Australia e le isole del Pacifico. Forse avrebbe stretto un’alleanza con la Cina nazionalista di Chiang Kai-shek, che combatteva contro i comunisti di Mao Zedong. In questo caso, il Giappone avrebbe dominato l’Asia orientale e il sud-est asiatico, mentre la Cina sarebbe stata divisa tra due fazioni rivali.
Questo scenario alternativo ci porta a chiederci: come sarebbe il mondo di oggi se gli Stati Uniti non fossero entrati in guerra nel secondo conflitto mondiale? Quali conseguenze avrebbe avuto sul piano politico, economico, sociale e culturale? Quali valori e ideologie avrebbero prevalso? Quali conflitti e tensioni si sarebbero creati? Quali opportunità e sfide si sarebbero presentate?
Questa è una domanda che molti si sono posti, immaginando scenari alternativi e distopici. In questo mio breve scritto, cercherò di dare una possibile risposta, basandomi su fonti storiche e ipotesi plausibili, ma senza dimenticare il tocco di fantasia che rende interessante questo esercizio.
La prima cosa da considerare è che la vittoria dell’Asse non sarebbe stata totale e definitiva, ma avrebbe comportato una divisione del mondo in sfere di influenza. La Germania nazista avrebbe dominato l’Europa, l’Africa e parte del Medio Oriente, mentre il Giappone imperiale avrebbe controllato l’Asia orientale, il Pacifico e parte dell’Oceania. Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e i paesi del Commonwealth avrebbero mantenuto la loro indipendenza, ma sarebbero stati ridotti a potenze di secondo piano, costretti a negoziare con i vincitori.
L’assetto economico mondiale sarebbe stato quindi caratterizzato da una forte polarizzazione tra i due blocchi dell’Asse, che avrebbero cercato di sfruttare le risorse e i mercati delle regioni sotto il loro dominio. La Germania avrebbe imposto un sistema di sfruttamento coloniale, basato sul concetto di spazio vitale (Lebensraum) e sulla supremazia della razza ariana. Il Giappone avrebbe promosso la sua visione di una Grande Sfera di Co-prosperità Asiatica, in realtà una forma di imperialismo economico e culturale.
Entrambi i paesi avrebbero perseguito una politica di autarchia, cercando di ridurre la dipendenza dalle importazioni e di aumentare la produzione interna. Questo avrebbe comportato un forte intervento statale nell’economia, con la pianificazione centrale, il controllo dei prezzi, la nazionalizzazione delle industrie chiave e la mobilitazione permanente per la guerra. L’innovazione tecnologica sarebbe stata incentrata sullo sviluppo militare e nucleare, mentre le scienze sociali e umane sarebbero state sottomesse all’ideologia.
La popolazione civile avrebbe subito le conseguenze di questo modello economico, dovendo sopportare la scarsità di beni di consumo, la repressione politica, la discriminazione razziale e la violazione dei diritti umani. Le minoranze etniche, religiose e politiche sarebbero state perseguitate, deportate o eliminate. Le donne sarebbero state relegate a un ruolo subalterno e sottomesso agli uomini. La cultura sarebbe stata manipolata e censurata per servire gli interessi del regime.
In conclusione, possiamo dire che l’assetto economico mondiale in caso di vittoria dell’Asse sarebbe stato molto diverso da quello attuale, e probabilmente molto peggiore. Sarebbe stato un mondo dominato dalla violenza, dall’ingiustizia e dalla paura. Per fortuna, questo scenario non si è mai realizzato, grazie al sacrificio di milioni di persone che hanno combattuto per la libertà e la democrazia. Tutto ciò non vuole essere una glorificazione del passato, ma un invito a riflettere sul presente e sul futuro.