Virus 2020
Il tempo che stiamo vivendo è il più tragico dalla fine della seconda guerra mondiale. La gente a migliaia muore nel peggiore dei modi, sola, senza alcun conforto spirituale e familiare. Il contagio non consente nemmeno l’estremo saluto. La gente chiusa nelle proprie case comincia a riflettere sui valori della vita, a volte dimenticati o quanto meno bistrattati e gli animi più sensibili, trasformano i loro sentimenti, le loro sensibilità in preziose opere poetiche.
Oggi pubblichiamo una poesia della nostra Socia Lara Carrozzo, non perchè nostra Socia ma perché intrisa di quella sensibilità che non sempre è riscontrabile nell’animo umano.
VIRUS 2020 di Lara Carrozzo
E un giorno qualcuno disse:
“Scusate se vi seppellisco care formiche
in fondo non sapete né da dove venite
né dove andrete
ed è quindi inutile che io vi spieghi
il senso ignobile di queste morti
disseminate nel mondo…”.
Sì, ci hanno imposto il silenzio
dello stare chiusi in un cantuccio
semi sereno, dove abitare
in tempo di battaglia muta
e dove la metafora
della maschera pirandelliana
si è tramutata in una mascherina
da portare per leggere le righe
dei nostri occhi negli altri occhi
da un punto di vista deviato,
così come vedono le donne
da un indefinito burka islamico.
Forse questo tempo
è una possibile riscrittura
della nostra vita
in cui possiamo finalmente
sublimare un contatto fisico,
lì dove invece prima si sprecava ogni cosa
in preda alla veloce corsa degli affanni!
E’ possibile che ci sia stato concesso
un tempo dell’anima per riflettere
sulle note stonate della vita…
Favola o realtà questo virus
ci ha stracciato la pelle del cuore
e dopo la crisi,
la resurrezione apporterà
il cambiamento alla cultura…
e forse non avremo più timore
né dei vulcani né dei terremoti
ma terremo il timone della vita
negli equilibri solari del volo
nell’attesa che questa
marcia lenta dell’avidità
faccia spazio alla luce eterna del dono.